Un dato sopra tutti: nella Tuscia si raccoglie circa l’8-10% della produzione nazionale di castagne. Sono due i sottotipi di castagna in attesa del riconoscimento DOP da parte della Comunità Europea: il marrone dei Monti Cimini e il marrone di Latera.
Il castagno è una delle più importanti essenze forestali dell’Europa meridionale e fin dall’antichità ha visto molteplici utilizzi da parte dell’uomo. Questa specie è stata largamente coltivata, fino ad estenderne il territorio di produzione, per realizzarne del legname e del frutto. Quest’ultimo, in passato, è stata un’importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali degli ambienti forestali montani e di collina, in quanto le castagne erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina. Sebbene oggi l’importanza strategica del castagno sia fortemente ridimensionata, resistono alcune realtà locali in cui il frutto del castagno, assume un’importanza economica rilevante per le comunità interessate.
La destinazione della castagna è per il consumo diretto, limitato al periodo autunnale e invernale (caldarroste e castagne lessate) oppure per tutto l’anno dopo essiccazione (mosciarelle). Poi c’è l’uso industriale con la produzione di marmellate e marron glacé.
Uno dei centri produttivi più significativi del marrone dei monti Cimini è Canepina, che ha una produzione annua dai 30.000 ai 40.000 quintali di castagne. Per festeggiare questo prodotto, molto legato alla storia del paese, negli ultimi tre fine settimana di Ottobre Canepina celebra una festa che ha per titolo “Le Giornate della Castagna”. Si tratta di una festa popolare che è anche l’occasione per la degustazione eno-gastronomica degli altri ottimi prodotti tipici locali. Viene anche organizzata infatti “La strada dei Sapori”, un percorso enogastronomico interamente dedicato alla promozione e alla degustazione delle specialità dei Monti Cimini. L’itinerario, con punti di assaggio e distribuzione dei prodotti, si snoda per le vie del centro storico di Canepina fino ad arrivare alla torre del Castello degli Anguillara (1094 d.C.). Per l’occasione si riaprono le antiche cantine dove le massaie del paese si mettono all’opera per offrire menù all’insegna della genuinità, con ricette semplici fatte con i prodotti tipici della cucina canepinese: fra questi merita segnalare i “ceciliani” e il “fieno canepinese”, due paste asciutte tipiche del paese fatte con farina e acqua e condite con un sugo corposo.
testi:
www.canino.info
immagini:
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