La coltivazione professionale del ciliegio (Prunus avium L.) nel viterbese si estende per circa 80 Ha., con elevata concentrazione nei territori del comune di Celleno, delle frazioni di Roccalvelce e San Angelo ed in alcune zone del comprensorio dei Monti Cimini.
La provincia di Viterbo contribuisce per oltre il 25% alla produzione regionale del ciliegio, nonostante l’estensione della superficie provinciale destinata a tale coltura rappresenti nel Lazio solo il 9 %.
La coltivazione nel viterbese si sviluppa prevalentemente in zone collinari, caratterizzate da scorci paesaggistici di notevole impatto estetico.
La tradizione secolare del ciliegio in alcune località del viterbese (Celleno, Roccalvelce e San Angelo) è stata pubblicamente riconosciuta dal Ministero delle Politiche e Forestali, iscrivendo il prodotto proveniente da quelle zone all’elenco nazionale dei Prodotti Tipici Tradizionali, con la denominazione “Ciliegia di Celleno”.
Tra l’altro in suddette zone, dove si svolge una conduzione degli allevamenti di ciliegio ancora di tipo tradizionale, con scarso uso di prodotti di sintesi e di meccanizzazione, si riscontra un vivace interesse da parte delle comunità locali nel valorizzare le proprie produzioni costituite ancora da una ricca gamma varietale. Inoltre le diverse varietà che costituiscono il patrimonio genetico della ciliegia della Tuscia contribuiscono a mantenere alto il valore della biodiversità nel territorio, che insieme alle tipologie di conduzioni tradizionali, promuove una gestione ecosostenibile delle coltivazioni, recuperando al contempo aggregazioni sociali e sapori di antica memoria.
Il disciplinare per l’ottenimento del marchio Tuscia Viterbese è stato elaborato insieme al Comitato per la Tutela e la Valorizzazione della Ciliegia di Celleno ed il Dipartimento di Produzioni Vegetali dell’Università degli Studi della Tuscia, tenendo ben presente quelle che sono le caratteristiche geopedologiche e gestionali delle coltivazioni di ciliegia presenti nelle zone più vocate del viterbese. Il disciplinare della Cilegia della Tuscia è stato anche visionato dal Comitato di gestione e controllo del marchio Tuscia Viterbese, il quale ha proposto alcune modifiche.
Nel disciplinare inoltre è stata anche riservata una degna nota ai prodotti trasformati (confetture, gelatine, composte, etc.) che rappresentano sempre più un’alternativa valida per un mercato sempre più attento alla qualità, così come sono stati inseriti precisi criteri di confezionamento e conservazione per fornire al consumatore finale un prodotto curato sotto tutti gli aspetti.
testi:
www.tusciaviterbese.it
immagini:
www.ilmangiaweb.it